Le Brigate rosse arrivano a Roma
Le Brigate rosse sono un fenomeno che nasce nel nord Italia. Il suo radicamento è nelle fabbriche del triangolo industriale, le prime colonne nascono infatti a Milano, Torino e Genova. Nei confronti di Roma i brigatisti nutrono un sentimento di odio e amore. Dopo le azioni fatte al nord a danno di dirigenti industriali, capiscono, però che il centro del potere, il cosiddetto “cuore dello Stato” è nella capitale. Ma Roma non ha una classe operaia, in seno alla quale dove sono nate e cresciute le Br. Per i brigatisti i “compagni” di Roma sono dei buon temponi casinisti che poco conosco quel senso di disciplina che deve caratterizzare una formazione clandestina. La prima discesa nella capitale, fatta da Franceschini è all’inizio del 1974 ed ha un esito totalmente negativo.
Dopo gli arresti di Curcio e Franceschini a Pinerolo l’8 settembre del 1974, il nuovo “capo” Mario Moretti torna nuovamente a Roma per tentare la costituzione di una colonna. Dopo i primi tempi, in cui alloggia a casa di alcuni compagni romani, decide di acquistare la prima base nella capitale.
Un miniappartamento in periferia
La scelta cade su un complesso di miniappartamenti in una via nella zona nord della città: via Gradoli, che meno di tre anni dopo diventerà famosa. L’acquisto avviene tramite annuncio sul giornale. I proprietari sono i coniugi Giancarlo Ferrero e Luciana Bozzi ai quali si presenta il l’ing. Mario Borghi alias Mario Moretti proveniente da Genova, a cui serve un appoggio per le sue frequenti venute nella capitale. L’accordo è presto raggiunto, come recita il contratto di affitto: Mario Borghi prende in affitto l’appartamento per un canone annuo di 1.560.000 lire da versare in 4 rate anticipate di 390.000 lire. L’immobile è al numero 96 di via Gradoli, posto al secondo piano è composto da bagno cucina e due camere. L’evasione fiscale già negli anni 70 imperava nel nostro paese, quindi , Ferrero e coniuge si guardano bene da registrate il suddetto contratto. Moretti chiaramente non può che essere felice di questa irregolarità che lo mette al riparo da eventuali controlli. Nel 1977, questa volta senza neanche la stipula di un contratto, Borghi/ Moretti affitta, dai signori Ferrero, con un aumento del canone di 175.000 lire mensili, anche un box auto posto sempre in via Gradoli ma al numero 75. Via Gradoli diventa così il primo covo delle Br a Roma.
Una base per tutti brigatisti
Una delle norme della compartimentazione è che gli indirizzi delle basi devono essere conosciuti dal minore numero possibile di compagni: in via Gradoli questa regola non è stata certo adottata. L’appartamento è un porto di mare. Nelle sue stanze passano praticamente tutti i componenti della nascente colonna romana. Dopo il primo periodo in cui ci abita Moretti, quando questi torna a nord per guidare la colonna milanese, la casa passa a Carla Brioschi e Franco Bonisoli, anche loro venuti dal Nord. Nel 1976 con il ritorno, definitivo a Roma di Moretti ed il ritorno a Milano di Brioschi e Bonisoli è ancora Moretti ad occupare la casa, questa volta insieme a Barbara Balzerani. Anche un’altra coppia storica delle Br Adriana Faranda e Valerio Morucci alloggiano in via Gradoli. Sulla sicurezza del “covo” le idee tra gli stessi brigatisti sono contrastanti. Mario Moretti, che riguardo a via Gradoli sbaglia un pò di date, afferma:
come tutte le basi dopo un pò ci sono inconvenienti ma non ci siamo mai riusciti ad abbandonarla perché le difficoltà nel reperire le basi era sempre stata elevatissima._
Di tutt’altro segno è invece il giudizio di Valerio Morucci che racconta:
La base di via Gradoli era ritenuta la più sicura dell’organizzazione a Roma perché era la base di più antica acquisizione.
Comunque sia, la base, in cui nel frattempo sono tornati Moretti e Balzerani, resta affidabile fino alla mattina del 18 aprile 1978, quando una perdita d’acqua che fa piovere nell’appartamento sottostante, permette alle forze dell’ordine di scoprire il covo.